giovedì 18 dicembre 2014

Nuova uscita: Il canto del deserto di Adele Vieri Castellano

Buon pomeriggio a tutti!!

Da oggi, 18 Dicembre, è disponibile in formato ebook e dal 22 Gennaio 2015 in cartaceo:

Il canto del deserto di Adele Vieri Castellano

Casa editrice: Leggereditore
Prezzo ebook: 4.99€
Prezzo cartaceo: 12.00 €

Trama:
Sylvia, divenuta vedova dopo un disastroso matrimonio, arriva in Egitto con suo padre. Per lei è un sogno che si avvera. Finalmente vedrà i luoghi mitici che conosce solo attraverso le lettere di suo fratello Adam, che da anni collabora nelle sue spedizioni archeologiche con Lord Brokenwood, il suo amore negato dell’adolescenza, ora divenuto cieco a causa di un terribile incidente.
Presto, la bellezza di Sylvia, così eterea da ricordare quella della regina Nefertiti, viene notata da Zayd Ambath, il figlio del rais. Ma lei ha altro per la testa: sta per partire per una spedizione nel deserto unica e irrinunciabile alla ricerca di quello che rimane del mitico esercito di Cambise.
Solo non si aspetta che quel mare di sabbia nasconda una pericolosa minaccia, che può mettere a rischio la sua stessa vita. Toccherà a Lord Brokenwood accorrere in suo soccorso, ma l’uomo avrà bisogno di tutto il suo coraggio, e della forza dell’amore, per salvare Sylvia dalle spire del deserto.

Ed ecco qui la lettera che l'autrice ha scritto alle sue lettrici riguardo la su ultima pubblicazione:

Alle mie care lettrici..
Sono sempre stata curiosa dell’antico Egitto, sin dai tempi delle prime letture alle elementari. Allora la sua storia era limitata alla descrizione delle piramidi e a vaghe notizie sul corso del Nilo e sulle sue piene. Crescendo, alla mia grande passione che è la Storia, si è affiancata quella per l’archeologia e le popolazioni del passato. Ho letto decine di saggi sulle grandi scoperte dell’Ottocento, ho visto molti documentari e, in particolare, ne ricordo uno sull’analisi del corpo mummificato del faraone Tutankhamon, la cui tomba venne scoperta nel 1922 da Howard Carter. Una tomba inviolata, ricolma di tesori incredibili.

In quel momento scattò qualcosa in me: interesse, curiosità, passione. Non so descrivere quelle sensazioni, ma so che passai diversi anni a leggere libri che parlavano della tomba inviolata, della maledizione di un faraone bambino intriso di leggenda e mistero, di un antico popolo che aveva lasciato monumenti tanto maestosi e incredibili da stupire gli stessi romani, che poi quel paese e quel popolo conquistarono. Già dai tempi antichi l’Egitto affascinava e io sono stata una delle sue vittime, ben felice di esserlo.

La stesura de “Il Canto del Deserto” affonda le sue radici proprio in questa passione e nel mio sogno, che purtroppo non si è ancora avverato: visitare il Cairo per ammirare le piramidi, la sfinge e, nel museo, la magnifica maschera funeraria di Tutankhamon. Non solo, come accade alla protagonista del mio libro, di imbarcarmi e navigare lungo il Nilo.
L’idea di partenza del romanzo era quella di raccontare la storia di un archeologo e, naturalmente, di inserire una protagonista alla sua altezza. Ma prima di tutto mi sono impegnata, con mio grande piacere, nella ricerca storica. Per scrivere un romance con sfondo storico, che sia credibile e che illuda il lettore di far parte di quel mondo passato, bisogna consultare molti testi e passare ore e ore in navigazione su internet. Conoscevo già, non per averli visitati ma per averli studiati e sognati per anni, i siti archeologici principali del Paese ma quando mi decisi a cercare documentazione sul passato di Luxor, l’antica Tebe capitale dell’Alto Egitto, ebbi una piacevole sorpresa: trovai numerose fotografie d’epoca del complesso templare di Karnak, rese disponibili nel sito di una università americana. L’archivio, utilissimo ed esaustivo, offre vedute della fine del XIX secolo, un colpo d’occhio immediato e realistico sul luogo che, nel mio libro, era il set principale.
Guadare quelle foto in bianco e nero, poterle ingrandire ed ammirare è stata un’esperienza davvero emozionante. Luxor era lì, davanti ai miei occhi come l’avevo immaginata e anche meglio. Potevo osservare e descrivere con precisione quello che un turista o un viaggiatore dell’epoca si trovava davanti: templi dalle colonne maestose, incredibili, circondate da rovine e sabbia, con impresso il marchio indelebile del tempo e dei secoli.
Un altro sito indispensabile per le mie ricerche e per le descrizioni, è stato quello del Theban Mapping Project, che contiene le piantine della Valle dei Re e delle Regine. Ho potuto così “entrare” dentro alle tombe a cui ero interessata: quella di Seti I, con una volta stellata unica in tutta l’arte egizia e in quella di Amenofi III, padre di Akhenaton, faraone della XVIII dinastia di cui parlo nel libro.
Durante la stesura, avvenuta quattro anni fa, ho dato molta importanza alle descrizioni, cercando di stimolare la curiosità delle lettrici che per la prima volta avrebbero scoperto alcuni aspetti dell’Egitto e dei suoi monumenti grazie al mio romanzo. Sì, avete letto bene: il libro è rimasto in un cassetto per quattro anni e negli ultimi mesi, dopo che il mio editore Sergio Fanucci ha letto il manoscritto e ha deciso di pubblicarlo, l’ho revisionato completamente. Le mie Beta Reader dicono che l’ho riscritto e hanno in parte ragione. Infatti, se la trama è rimasta tale e quale, tutto il resto è stato rinnovato perché la scrittura evolve, matura e muta. In questi anni ho imparato e sono cambiata, come poteva non cambiare anche un libro che ha un posto particolare nel mio cuore?
Credetemi, ho avuto più volte la pelle d’oca mentre descrivevo il grande tempio di Amon o il Biban El-Moluk, la Valle dei Re e la mia immaginazione galoppa nel pensare che, sotto le rocce o la sabbia di quei luoghi appartati e aridi, qualche faraone possa ancora riposare indisturbato.
Ho trascorso anche molte ore piacevolissime nella lettura di alcuni libri, disponibili gratuitamente su Google Libri, dato che sono stati scritti da più di settantacinque anni. Il primo è il racconto di un viaggio in Egitto di un francese, avvenuto nel 1857; il secondo è un manuale sui cavalli arabi, scritto a quattro mani da un sultano algerino, proprietario di numerosi stalloni, e un europeo appassionato di cavalli, edito nel 1863. Questi preziosi documenti, trasformati in libri elettronici da mani pazienti, sono utilissimi per immergersi nella realtà del tempo, per scoprire come si viveva e viaggiava a quel tempo, senza filtri, direttamente dalla penna dello scrittore. Per me era come vivere in quegli anni, quasi la stessa epoca in cui ho narrato le vicende del mio romanzo, che si svolge tra il 1871 e il 1872.
Anch’io come la protagonista, Lady Sylvia Dunmore, mi sono allungata sulle sdraio sul ponte del battello a ruota sorseggiando tè alla menta sognando che, su quelle stesse acque, hanno viaggiato Ramses II, Erodoto, Cleopatra e Antonio. Anch’io, tra le sabbie del Gran Mare di Sabbia il più arido deserto del pianeta, ho sognato di trovare archi, frecce ed elmi del perduto esercito di Cambise che il protagonista maschile del libro, il duca di Brokenwood, intende scoprire nell’oasi di Siwa.
Durante il mio viaggio in Egitto, attraverso le mie stesse pagine, ho riscoperto un amore che mi porto dentro da anni, ho ritrovato antichi re e personaggi inventati che sono divenuti, capitolo dopo capitolo, amici e compagni di avventura. Spero accada anche a voi, mentre viaggiate e sognate tra le pagine del mio libro in un Paese romantico e meraviglioso come l’Egitto.

A presto!




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